Questa famosa storia è stata oggetto di modifiche nel tempo a seguito della stesura di molteplici versioni, scritte tra il XVIII e il XIX secolo, ognuna delle quali influenzata dal contesto storico-sociale di riferimento. Possiamo rintracciare le origini di questa fiaba nell’opera “Amore e Psiche” di Apuleio (filosofo romano della scuola Platonica), risalente al I secolo, il cui pretesto era quello di esplorare i territori sconosciuti dell’amore.
La versione che proponiamo fa riferimento al nucleo narrativo scritto da Charles Perrault nel 1697. Vogliamo mettere a fuoco gli elementi più significativi della fiaba, riconoscendo il loro valore narrativo, il cui obiettivo originario era quello di interpretare le dinamiche sociali delle varie epoche.
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Non solo favole
APPROFONDIMENTI TEORICI
La storia de “La bella e la bestia” appare in molte altre culture sotto varie forme. T. Aarne – Thompson1 conta 179 racconti di diversi paesi con un tema simile.
La figura della protagonista ci permette di interpretare la fiaba come il raggiungimento della maggiore età di una bambina e la conquista della sua sessualità.
In tutte le versioni analizzate Bella percepisce la sessualità come qualcosa di perverso, perché plasmata dall’amore puro del padre, vede un’istintiva bestialità in ogni uomo che provi un desiderio sessuale nei suoi confronti. Solo grazie all’amore la giovane acquista consapevolezza del desiderio sessuale come forma di relazione tra due persone. A questo punto, la bestia ritorna alla condizione umana.
Tuttavia, una variante di questa interpretazione vorrebbe che il sentimento della bestia fosse primitivo e brutale, ma l’amore della donna lo trasforma in qualcosa di umano e misurato.
Infatti, nelle varie versioni la Bestia assume forme diverse (serpente, maiale, lupo, elefante, ecc…), sempre con le stesse caratteristiche fisiche: disumanità e potenza; che alla fine del racconto, vengono rimodellate nella figura del principe.
La bellezza implicita della bestia risorge quando Bella diviene capace di accoglierla sotto la sgradevole apparenza esteriore.
La figura della rosa
Bella è così pura e virginale che il suo maggior desiderio è una rosa. Secondo i Greci e i Romani, la rosa era il simbolo del piacere, associato al lusso e alla stravaganza; rappresentava il fiore dell’amore e del romanticismo. L’amore di Bella per suo padre è espresso proprio dalla sua richiesta di una rosa in dono.
La malattia del padre, che coincide con il punto di svolta della narrazione, si può interpretare come la perdita di quell’amore; perché ora è rivolto alla Bestia. Non a caso, a questo punto della storia, la figura della rosa non appartiene più al binomio “padre – figlia”, ma alla coppia “Bestia – Bella”.
Implicazioni sociali
La fiaba è spesso interpretata come critica ai matrimoni combinati, soprattutto la versione di Villeneuve. Infatti, le prime stesure furono scritte da membri dell’alta società francese, dove erano abituali tali unioni.
La fiaba critica queste pratiche ma, allo stesso tempo, nasconde un velato senso di accettazione, metaforizzata dalla finale scoperta della bontà e amore che nascono dalla coppia unita non spontaneamente.
1 Il sistema di classificazione (o metodo analitico) Aarne-Thompson è un metodo di classificazione di fiabe e racconti del folklore sviluppato inizialmente da Antti Amatus Aarne. Si tratta di un’opera divisa in più volumi, elencante i motivi ricorrenti nel folklore. Gli studiosi di folklore possono così organizzare, classificare ed analizzare il materiale da loro raccolto.